Storie di Sport: Jacopo Manconi, dal debutto col Novara alla maglia gialloblu

(Foto Campanini-Baracchi)

La sorpresa più interessante in questo inizio di campionato del Modena è sicuramente Jacopo Manconi. Arrivato in gialloblu dopo tre stagioni da protagonista con l’Albinoleffe, l’attaccante milanese è entrato a suon di prestazioni nel cuore dei tifosi. Come ha detto lo stesso tecnico Paolo Bianco, Manconi già da giovane era considerato un giocatore di talento allo stesso livello di Berardi, ma per un certo periodo della carriera sembrava essersi perso. “Ogni sei mesi cambiavo squadra – ci racconta con sincerità – diciamo che ai tempi non avevo molta testa. Magari ai mister potevo anche piacere, ma avevo un carattere particolare che non andava bene a tutti. Poi negli ultimi anni, con la mia compagna e la nascita di mia figlia, ho cambiato totalmente la testa, ora so quali sono i miei obiettivi e cosa voglio, è cambiato tutto”.

Jacopo, torniamo agli inizi. Ti ricordi i tuoi primi calci al pallone?
Guarda, io da piccolo facevo piscina poi a sei anni, quando iniziai a giocare a calcio, il fratello della mia attuale compagna, che giocava nell’Inter, mi diede le sue prime scarpette. Inizialmente giocavo solo nelle squadrette dei paesi dove andavamo ad abitare con la mia famiglia, poi a 17 anni sono andato in Eccellenza. Li ho fatto bene e sono passato al Novara. Ero in Primavera, ma facevo anche allenamenti con la prima squadra.

A Novara hai esordito in serie B. Ti ricordi che partita era?
Direi che fu contro il Brescia. Mister Calori mi diede l’opportunità e per questo lo ringrazio. Mi sa che l’abbiamo pareggiata però è stato bellissimo.

Hai giocato anche con Bruno Fernandes. Quest’estate ha commentato un tuo post su Instagram. Siete rimasti amici?
E’ vero, con Bruno abbiamo giocato insieme a Novara e si vedeva che era un giocatore di un altro livello. Già a 17-18 anni aveva una visione di gioco incredibile. E poi è una persona d’oro e a volte ci si sente tuttora.

Hai sempre giocato attaccante?
Ho iniziato come trequartista, oppure facendo il terzo a destra o a sinistra nel 4-3-3. Poi negli anni cominciarono a schierarmi sempre più come punta.

La tua vera esplosione è stata all’Albinoleffe. Li hai trovato la continuità…
All’Albinoleffe c’era tutto per far bene, è una gran società e non ci sono le pressioni dell’ambiente. Ma nel calcio per me è bello anche averle le pressioni. Vedo adesso come i tifosi ti caricano, è stupendo averli sempre vicini.

Da ragazzino di chi eri tifoso? Avevi un idolo da poster in camera?
Sinceramente non sono mai stato un vero amante del calcio, di solito seguo più altri sport come UFC, MMA, Boxe. Il calcio lo seguo ma mi piace più giocarlo. Come giocatori mi sono sempre piaciuti i brevilinei alla Hazard, quelli che ti scartano sempre e sono imprevedibili. Mi danno emozioni.

Te lo ricordi il tuo ultimo gol al Braglia?
Si, fu in un Modena-Albinoleffe ritorno dei play off, un rigore al 96’. Pensa che io non mi ero nemmeno accorto che fosse il 96’ e che quel rigore era decisivo per la qualificazione. Adesso vorrei fare al più presto il primo gol con la maglia del Modena.

Modena come città la conoscevi già?
No, non c’ero mai stato prima se non quando sono venuto a giocarci da avversario. Adesso me la sto visitando. Sono andato in centro, un centro bello, piccolino. A Modena si sta bene e si mangia molto bene. Piano piano scoprirò un po’ tutto.

A quanto ho capito hai una bimba piccola…
Si, una bimba di due anni, si chiama Amélie, ed è la mia vita. I miei obiettivi adesso sono far bene per dare il più possibile a lei e a mia moglie, alla mia famiglia.

Quando hai un momento libero cosa ti piace fare?
Mi piace girare, andare a visitare posti che non ho mai visto. Se ho un weekend libero prendo moglie e bimba e andiamo a visitare un posto nuovo, non mi piace vedere sempre le stesse cose. Magari anche un paesino vicino. Guardiamo in internet, vediamo cosa c’è da fare e partiamo.

Con Tremolada sembra che tu abbia già un’ottima intesa…
Si ‘Tremo’ da delle palle magnifiche, ci si trova bene in campo, ci si sente, lui capisce me e io capisco lui ed è un’ottima cosa.

Hai legato con qualcuno in particolare dei tuoi compagni?
Questo è davvero un bel gruppo, se così non fosse si sarebbero già creati dei gruppetti. Sono uscito qualche volta con Abiuso, ma anche con Duca, Palumbo, Shady… Posso dire di aver legato con tutti.

Coi social che rapporto hai?
Li uso più che altro per gioco, non ci penso più di tanto. Magari riposto qualcosa che mette la mia compagna oppure posto qualcosa quando gioco la partita, niente di più.

Se non avessi fatto il calciatore cosa avresti fatto?
Non ne ho idea. Il mio obiettivo è sempre stato fare il calciatore. Probabilmente sarei entrato sempre nel mondo dello sport, perché lo sport è qualcosa in cui riesco bene.

di Giovanni Botti

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